ATTIVITA' LASALLE 2019

PUBLIC HISTORY E “MAB”:
LE BIBLIOTECHE IN DIALOGO CON ARCHIVI E MUSEI TRA
COMUNICAZIONE DELLA STORIA E PROSPETTIVE DEL DIGITALE

(Area 3. Professioni - La storia nei musei, nelle biblioteche, negli archivi, nelle mostre e nei percorsi espositivi)

  MAB è l’acronimo con cui dal 2009, e a livello nazionale dal 2012, si riuniscono i professionisti di Musei Archivi e Biblioteche per iniziativa delle principali associazioni nazionali di riferimento (ICOM Italia, ANAI, AIB), per fare fronte comune alla crisi del settore dei beni culturali esplorando le aree di convergenza delle rispettive professioni – pur nel rispetto delle specificità dei contesti di riferimento – nell’ottica della valorizzazione del patrimonio culturale e della vivificazione delle memorie del passato.
   Anche indipendentemente dal coordinamento delle associazioni professionali, le realtà “MAB” sono sempre più diffuse sul territorio nazionale, sia con la costituzione di sistemi territoriali integrati, sia grazie alla crescente consapevolezza – e conseguente valorizzazione – della compresenza di fondi librari e non librari nelle biblioteche, nonché dell’importanza del dialogo tra linguaggi professionali diversi per la restituzione delle memorie registrate a un più vasto pubblico, anche con l’allestimento di percorsi espositivi, fisici o virtuali. In questo gioca un ruolo importante la tecnologia digitale, che se da un lato potenzia le pratiche di conservazione e indicizzazione delle fonti storiche custodite nelle istituzioni della memoria, dall’altro offre a queste ultime l’opportunità di raggiungere un pubblico sempre più ampio e differenziato, per il quale elaborare specifici linguaggi comunicativi che non perdano di vista la scientificità dello studio sulle fonti e anzi ne diffondano la cultura.
   I contributi del panel illustrano queste potenzialità a partire da tre casi di studio, tre istituzioni che hanno elaborato progetti per la comunicazione della storia facendo dialogare biblioteche e archivi e coinvolgendo competenze e pubblici diversi. Una “biblioteca d’autore” calabrese che contribuisce alla costruzione della memoria del territorio attraverso l’indagine integrata su un segmento di storia istituzionale e politica del Novecento italiano; una biblioteca civica che con l’archivio storico comunale ha coinvolto gli studenti delle scuole superiori in un progetto basato su individuazione, selezione, digitalizzazione di documenti relativi alla partecipazione alla Grande Guerra da parte della popolazione alle porte di Firenze, realizzando una mostra virtuale; infine, in un percorso ideale dall’Italia al mondo, l’esperienza di una biblioteca di ente religioso con sede a Roma e che, in collaborazione con archivi musei e centri di documentazione in Francia e Stati Uniti, lavora alla repository digitale multilingue delle fonti della propria storia, parallelamente attivando percorsi di public history ed elaborando modi innovativi di raccontarsi.

Archivio Museo e Biblioteca Lasalliana: un progetto di Public History che attraversa gli oceani Anna CASCONE (Biblioteca Lasalliana, Roma)

   Attraverso un percorso - avviato già da qualche anno - incentrato sulle “buone pratiche” di Public History e volto ad elaborare un nuovo modo di raccontare la storia della Congregazione dei Fratelli delle Scuole Cristiane, la Biblioteca Lasalliana di Roma promuove un progetto innovativo di collaborazione fra i tre più grandi centri di documentazione Lasalliani nel mondo: le biblioteche e gli archivi di Roma, Lione e Manhattan, che collaborano alla realizzazione di un repositorio digitale in quattro lingue (Inglese, Francese, Spagnolo e Italiano).    In questo progetto di respiro internazionale il ruolo cruciale è ricoperto dalle figure professionali dei bibliotecari e degli archivisti (con competenze professionali specifiche e allo stesso tempo versatili e dinamiche in grado di gestire le fonti, valorizzare e comunicare i beni storici), considerati mediatori dell’informazione in quanto possono avvalersi di strumenti per la comunicazione della storia coinvolgendo attivamente le varie comunità di riferimento.
Si punta dunque alla collaborazione tra professionisti delle fonti storiche, alle risorse digitali, alla ricerca scientifica e, soprattutto, alla sua accessibilità a pubblici diversi, favorendo il dialogo multidisciplinare della memoria e valorizzando l’uso delle fonti conservate nei centri di documentazione dell’Istituto.
   Questo percorso mira all’affermazione di una maggiore consapevolezza del valore del sapere storico, risorsa essenziale per la comprensione del presente e la progettazione del futuro, requisito fondamentale per l’esercizio di una piena appartenenza alla comunità. Oltre al progetto di valorizzazione del patrimonio storico, culturale, materiale e immateriale, attraverso la produzione di contenuti storici e didattici, il lavoro del gruppo è incentrato anche sull’elaborazione di linee guida da proporre a tutti gli Istituti Lasalliani nel mondo che conservano materiale documentale a rischio dispersione.
   Il percorso prevede alcune tappe nell’arco del 2019: a Lione, a marzo, riunione di storici/ricercatori, bibliotecari e archivisti, per condividere esperienze, lavoro e ricerca ed elaborare insieme nuove strategie di Public History; a giugno, in Italia, adesione di Museo, Archivio e Biblioteca lasalliani alla settimana di valorizzazione “Mab – Musei, Archivi e Biblioteche Ecclesiastici”; in occasione del Trecentenario della morte del Fondatore (1719-2019), la Casa Generalizia proporrà un percorso espositivo volto all’avvicinamento di quanti siano interessati alla storia dell’Istituto attraverso l’ausilio del Museo, dell’Archivio e della Biblioteca.


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