L’Abbazia di Port-Royal des Champs

I resti dell’Abbazia di Port-Royal des Champs sono ancora visibili nei boschi della valle di Chevreuse, non molto lontano da Parigi. Sorta come monastero nel XIII secolo, dopo una lenta e progressiva decadenza morale, la sua fama si accrebbe nel XVII secolo, grazie alla rigida riforma della badessa Mère Angelique de Sainte-Madeleine, al secolo Jacqueline Arnauld e divenne un centro di vita religiosa ed intellettuale, ricco di fermenti culturali e politici. Ospitò  filosofi, teologi e grammatici, tra i quali  Antoine Arnauld (detto “il Grande”), Antoine Le Maistre, Claude Lancelot, Louis-Isaac Lemaistre de Sacy, Pierre Nicole,  Nicolas Fontaine, Blaise Pascal, Jean Racine, denominati messieurs solitaires (“signori solitari”) per la loro condotta di vita solitaria e contemplativa, dediti allo studio ed anche all’insegnamento nelle petites écoles istituite nel monastero per istruire fanciulle e ragazzi. I messieurs solitaires, tutti sostenitori della corrente teologica del Giansenismo furono ospitati anche nel nuovo monastero nel Faubourg-Saint-Jacques a Parigi, fino a quando l’opposizione della Chiesa cattolica nei confronti del Giansenismo si inasprì: i giansenisti accusati di affermazioni eretiche vicine al Protestantesimo furono contrastati e perseguitati anche per le loro idee politiche ostili all’assolutismo francese. Nel 1709 le religiose furono deportate con violenza e nel 1710 fu ordinata la demolizione dell’Abbazia per volere del re Luigi XIV. Nel 1713 l’Abbazia di Port-Royal des Champes, ritenuta uno dei dei focolai giansenisti più tenaci, era ormai rasa al suolo. Il monastero di Parigi invece fu risparmiato: divenne una prigione nel periodo della Rivoluzione francese e, in seguito, un ospedale. 

Oggi nel luogo delle rovine sorge anche il Musée National de Port-Royal des Champs, che attraverso dipinti, incisioni e libri, ripercorre e ricostruisce in maniera suggestiva la storia dell’ex Abbazia negli stessi luoghi in cui ebbe vita.